Departures
مغادرون
Mostra di MOSA ONE
A cura di spazioSERRA
Riflessione di Zakaria Aït aka Marocchino
Visibile dal 21/11/2024 al 20/12/2024
Opening giovedì 21/11/2024 ore 19:00
Stazione Ferroviaria Milano Lancetti
Departures / مغادرون è la mostra site-specific di Mosa One all’interno di suMISURA, la stagione espositiva in cui l* artist* selezionat* analizzano spazioSERRA, al contempo contenuto e contenitore, dove quotidianamente le stesse regole che lo costituiscono vengono enfatizzate, sfruttate, deformate, rimodellate e talvolta annullate. La mostra è visibile da giovedì 21 novembre a venerdì 20 dicembre presso la stazione ferroviaria Milano Lancetti.
Attraverso la sua arte, Mosa One mira a creare connessioni culturali e superare barriere, siano esse confini fisici o limiti mentali derivanti da paure e normative sociali. Con performance, pittura e murales, fonde elementi della sua cultura d'origine, come la calligrafia araba, con riferimenti alla cultura pop occidentale. Attualmente, la performance è per lui il mezzo d’espressione ideale, permettendogli di costruire liberamente un mondo parallelo, dove può trasmettere messaggi profondi con una dimensione ludica e di grande impatto visivo.
Departures / مغادرون è un’opera audace che interroga profondamente le nostre percezioni sui confini, il privilegio e l’esperienza umana. Attraverso un progetto immersivo, gli spettatori sono spinti a riflettere sull'assurdità delle barriere e dei confini geografici e politici. La mostra si inaugura con una performance in cui il pubblico è invitato a confrontarsi con l’artista, chiuso in una scatola trasparente che rappresenta la reclusione e le restrizioni - non sempre visibili - vissute da chi ha bisogno di visti per superare i confini. In questo contesto, Mosa diventa una metafora vivente delle limitazioni imposte non solo alla libertà di movimento, ma anche al diritto di lasciare situazioni difficili in cerca di un futuro migliore. La teca sarà circondata da tessuti decorati con le storie di chi è costretto a rimanere nel proprio Paese, non solo per via di conflitti, ma anche a causa delle difficoltà nell’ottenere visti e permessi. Queste barriere limitano opportunità e indipendenza, evidenziando le sfide quotidiane di chi, pur volendo costruire un futuro altrove, si scontra con ostacoli burocratici e politici. Il modo per superare confini e divieti è partire a bordo della Unprivileged Airways, una compagnia aerea che cambia le regole, scardina le norme, e permette, a chiunque lo desideri, di viaggiare.
La performance e la mostra sono un invito a sospendere, anche solo per pochi minuti, la frenesia quotidiana per riflettere sul proprio privilegio e sui propri pregiudizi. Mettono in luce le profonde disuguaglianze che esistono nella libertà di viaggiare ed esplorare il mondo. Departures / مغادرون è un omaggio alla resilienza dello spirito umano e un appello a creare un mondo più inclusivo e compassionevole.
Chissà se serve un visto per esplorare la galassia
Perché siamo l’unico essere che ha bisogno di un permesso per viaggiare?
Marocchino
MOSA ONE - Mosa Keshk (Roma, Italia, 1997) è un artista multidisciplinare, nato a Roma da genitori egiziani.
La sua pratica artistica esplora l’identità e le conseguenze dell’avere radici in due paesi e culture diverse, toccando temi come la
spiritualità e le difficoltà sociali incontrate sin dall’infanzia.
Cresciuto nella periferia romana, inizia il suo percorso con i graffiti a 13 anni, emergendo gradualmente nella scena artistica fino a
esporre, a 19 anni, al Museo MACRO di Roma. Ha collaborato con istituzioni e brand come Unicef, Netflix e Nike.
Marocchino - Zakaria Aït (Marocco, 1999), di origine Amazigh, vive e lavora a Bruxelles. Compone testi rivolti ai giovani delle periferie, mescolando riferimenti culturali sia elevati (come citazioni da film iconici come La Haine di Kassovitz) sia popolari. In questo modo, sottolinea quanto sia ancora lungo il cammino verso una reale equità sociale e culturale, sensibilizzando e invitando a riflettere sulle sfide da affrontare per costruire una società più inclusiva. Quella che l’artista muove è una critica sociale, ma interessata e dialogante con la cultura del paese imperfetto dove è arrivato a 14 anni dal Marocco, e dove si è poi formato, creando così un incontro tra culture orientali e occidentali, tra periferie e istituzionalità.
Si ringraziano
Performance musicale: Ilaria Makhoul, Seif Elrdaf
Mostra fotografica: Mahdi Baraghithi, Ziad Rushdy, Omar Shafai