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Milano Re-Mapped Summer Festival 

Milano Re-Mapped Summer Festival è un festival multidisciplinare dedicato alla performance, alla musica, al video, alla parola poetica e ad altri linguaggi, che si svolge negli spazi esterni e in alcuni degli spazi interni dell’istituzione.

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Per questa seconda edizione il programma è affidato alla cura di ZONA K, spazioSERRA e Fritto FM, tre realtà indipendenti attive sul territorio milanese, selezionate e invitate da Pirelli HangarBicocca per la loro capacità di coniugare un attento lavoro di ricerca con una relazione costante con gli spazi e i luoghi, anche quelli non convenzionalmente dedicati alla cultura e all’arte. Con la loro attività, ZONA K, spazioSERRA e Fritto FM hanno generato nuove dinamiche di produzione e fruizione culturale nella città, aprendo scenari che superano le barriere disciplinari e spostano gli immaginari urbani e le dinamiche centro-periferia.
L’edizione 2023 vede il sostegno di Regione Lombardia con il progetto Together e di Fondazione Cariplo.

 

Il festival è parte del progetto Milano Re-Mapped sostenuto da Fondazione Cariplo e realizzato da Pirelli HangarBicocca in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca; il progetto comprende inoltre una ricerca sul sistema dell’arte indipendente a Milano.

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La programmazione si sviluppa in due serate con un intenso palinsesto che vede la partecipazione di artiste e artisti italiani e internazionali. Le due date alternano momenti di performance e danza a concerti dal vivo, reading, proiezioni video, videoinstallazioni e dj set.

Media partner: Zero.

13 LUGLIO - PROGRAMMA DETTAGLIATO

spazioSERRA presenta una riflessione sul concetto di corpo politico, riferito alla rappresentazione e all'interpretazione del potere politico e delle dinamiche sociali attraverso il medium del corpo umano che, tramite varie forme di espressione fisica, diventa un veicolo per indagare i rapporti autoritari e gli sviluppi della collettività che permeano il contemporaneo. Il linguaggio corporeo diventa quindi uno strumento di comunicazione che, attraverso il suo esistere nello spazio, trascende le parole interrogando la comunità.
 

Mulieris Magazine

19.00 The degrees between us
Reading

Founder & editor: Greta Futura
Co-founder & creative director: Sara Lorusso
Art director & graphic designer: Chiara Cognigni
Contributor: Roberta Zedda

Mulieris presenta il suo ultimo numero, “The degrees between us”, il quinto dedicato alle interazioni umane e alla comunità. Partendo dalla teoria dei 6 gradi di separazione, l* artist* analizzano, in questo numero, amore, gruppi sociali, famiglie e legami umani di qualsiasi genere in 240 pagine che propongono oltre 70 creativ* originar* di più di 10 paesi.
Mulieris Maga
zine è una rivista indipendente che ha sede in Italia, una piattaforma, un luogo sicuro, una comunità, una fonte di arte e di eventi creati da donne che ha però l’obiettivo di parlare a tutt*, indipendentemente dal loro genere o sesso. Mulieris vuole creare un dialogo aperto sull’uguaglianza di genere attraverso arte creata da donne.

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Sara Leghissa

19.35 e 21.50 MUSCLES
Performance

Graphic design: Marzia Dalfini

Attraverso la pratica dell’affissione pubblica, Sara Leghissa riorganizza un estratto del testo “Against ordinary language, the language of the body” di Kathy Acker. Mentre alcuneparole scorrono sulla facciata, altre si sganciano dal testo provando a creare una sospensione; un’estensione temporale. In quest’azione a ripetersi, il corpo che esegue la pratica e il contenuto del testo si incontrano, in una risonanza di significati e posizionamenti più o meno visibili.

Sara Leghissa (Milano, 1984) concentra la sua pratica sullo spazio pubblico, attraverso un principio di ecologia delle risorse che si serve il più possibile di ciò che è già disponibile nella realtà. Crea sistemi e dispositivi che cercano di mimetizzarsi e confondersi con il contesto, per veicolare immagini e contenuti e per incontrare e intercettare pubblici diversi attraverso l’uso di tecnologie accessibili e legate all’ordinario. Ha co-fondato il progetto artistico “Strasse” e presentato i propri lavori in numerosi festival di performing arts, gallerie d’arte e spazi pubblici. Co-organizza per la scena italiana “Nobodys Indiscipline”, “NESSUNO” e “Una Sauna”, spazi di raduno, festa, costruzione di comunità e scambi di pratiche interdisciplinari.
 

Selin Davasse

20.15 She-Pigeon
Performance

She-Pigeon è un monologo accompagnato musicalmente dalla voce di un piccione femmina, animale originariamente addomesticato dall’essere umano ma ora associato alla sporcizia, alla malattia e all'invasione dello spazio pubblico. Contemplando la politica del disgusto, dell'esclusione e dell'inquinabilità, Selin Davasse mette il pubblico umano di fronte alla dignità e alla complessità del più sottovalutato abitante della città di Milano.

Selin Davasse (Ankara, 1992) vive e lavora a Berlino. Nelle sue performance basate sulla ricerca riqualifica tecniche letterarie e performative disparate per immaginare e applicare l’etica di presenti alternativi. Il suo lavoro condensa sistemi di pensiero in intime espressioni femminili e le presenta sotto forma di canto o di discorso, spesso con declinazioni spiritose e partecipative che allacciano rapporti ospitali con il pubblico. Tra i contesti in cui ha realizzato recenti performance si ricordano Biennale Art Encounters, TimiÈ™oara; Radicants, Parigi; Hacer Noche, Oaxaca; Kunsthalle Bratislava; Centrale Fies, Dro; BJCEM, Procida; Galleria Škuc, Lubiana; Wiener Festwochen, Vienna; MEDITERRANEA19 Biennale dei giovani artisti, San Marino; Volksbühne, Berlino; KW Institute for Contemporary Art, Berlino.

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GianMarco Porru

21.00 Medea
Performance 

Testo: Il Colorificio
Performer: Mariasilvia Greco, Chiara Serafini
Sound design: D_mode
Realizzato con il supporto di Museo MA*GA (VA), Il Colorificio, Regione Lombardia, Anci Lombardia, R-Evolution project

Medea prende le mosse dalle riletture del mito euripideo del poeta, scrittore e drammaturgo calabrese Corrado Alvaro e della scrittrice tedesca Christa Wolf. Medea è una strega astuta ma soprattutto straniera. Le considerazioni intorno all’identità straniera si condensano nell’elemento principale della performance: una grande bandiera mossa da Mariasilvia Greco che ne scandisce le forme con una coreografia di gesti. La bandiera, simbolo identitario esclusivo e manifestazione di appartenenza geografica e nazionale, diventa testimonianza documentaria, canovaccio e vello su cui sono iscritte le geografie emotive di Medea: dal palazzo reale della Colchide, al firmamento di stelle e fasi lunari simboliche del viaggio compiuto, al Palazzo di Corinto avvolto dalle fiamme in una metafora della distruzione del potere.

GianMarco Porru (Oristano, 1989) è un artista visivo di base a Milano. Lavora con diversi media, tra cui la performance, il video e la fotografia. La sua ricerca è legata alle narrazioni culturali costruite e trasmesse attraverso il racconto orale. Il lavoro condotto su produzioni materiali, visive, sonore e testuali mira a riposizionare nella contemporaneità narrazioni mitologiche note e inedite. Il suo lavoro è stato esposto in diverse fondazioni, musei e festival come Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene; Piccolo Teatro - Teatro D’ Europa, Milano; MAO, Torino; PhotoVogue, Milano; MilanoOltre, Milano; Museo MAGA*, Gallarate; Museo Nivola, Orani; Pav, Torino; Museo del 900, Milano; Museo Man, Nuoro; Teatro San Martin, Buenos Aires.

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La Trape

21.50 Senza voce
Performance

Performer: Medusa, Jupiter, Emma Doppel, T'AI
Abito/scenografia: Trysha

Senza voce vuole tracciare le modalità comunicative non tradizionali messe in atto dalla comunità queer, drag e trans, comunità senza voce. La Trape adotta il lipsync come sistema di riappropriazione di senso e linguaggio di chi ha il privilegio da parte di chi non lo ha. L’evoluzione della performance porta alla luce gli altri performer che tramite due categorie della scena ballroom, hands performance e sex siren, utilizzano le loro mani e i loro corpi per raccontare storie, rivendicare uno spazio, esprimere una necessità di una comunità che è senza voce.

La ricerca performativa de La Trape (Ferrara, 1993) parte da un corpo queer mutante e mutevole che vive in un limbo di incertezze di fronte a una società che impone rigide categorizzazioni. Dal 2014 inizia a performare in drag, fondendo il linguaggio artistico al mondo dei club, in Italia e in festival internazionali come Bushwig Berlino e New York. Nel 2021 collabora con l’artista Daniele Costa per la realizzazione dell’opera di videoarte “Trapezia”, vincitrice del premio Lydia, Fondazione Lazzaretto. Il lavoro viene esposto al PAC e per l’occasione La Trape presenta due performance inedite. Nel 2022 partecipa al Lago Film Fest con una nuova performance ambientata all’interno del lago, di notte.

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