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Thomas Soardi

A cura di spazioSERRA

Testo critico di Giulia Mengozzi

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Visibile dal 09/03/2022 al 06/04/2022

Opening mercoledì 9/03/2022 ore 19:00

Stazione Lancetti del Passante ferroviario, Milano

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Thomas Soardi (Thiene, Italia, 1991) è un artista multidisciplinare con base a Milano. Ha conseguito una laurea triennale in Fashion Design presso la N.A.B.A., Milano. Il suo lavoro è stato esposto presso il Museo civico Palazzo Santi (Cascia), Plasma Plastic Modern Art (Milano), Via Farini (Milano), Vitamina (Milano), Fabbrica del Vapore (Milano). Nel 2019 e nel 2020 è stato uno degli artisti in residenza presso VIR (Milano) e Sciame Project (mobile art residency). Facendo riferimento allo spazio e agli oggetti che mediano le relazioni umane, la ricerca di Thomas Soardi, ruota attorno a due macro aree: il concetto di spazio, concernente ciò che lo definisce e ne regola la fruizione; l’etologia, come studio comparativo sul regno animale (animale-umano).

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Giulia Mengozzi (Bologna, Italia, 1987) vive a Torino, dove lavora come assistente curatrice presso il PAV Parco Arte Vivente, centro d'arte contemporanea focalizzato sulle pratiche artistiche ecologiche. Dal 2018 è parte di ALMARE, un collettivo dedicato alle pratiche contemporanee che usano il suono come mezzo espressivo. Nel 2020 ha contribuito a fondare AWI - Art Workers Italia.

A Submerged Subversion

A Submerged Subversion è la mostra site-specific di Thomas Soardi proposta all’interno di venerazioneMUTANTE, la stagione espositiva di spazioSERRA dedicata alla trasformazione delle opere site-specific nel corso della loro permanenza. La mostra è visibile da mercoledì 9 marzo 2022 a mercoledì 6 aprile 2022 presso la stazione Lancetti del Passante ferroviario di Milano.

 

L’opera di Soardi traccia un parallelismo tra la stazione di Lancetti, spazio urbano caratterizzato da un continuo divenire di flussi, e l’abisso marino, uno degli ultimi territori inesplorati del pianeta Terra, nonostante ne ricopra quasi il 70% della superficie. Sculture e tracce audio raccontano l’evoluzione di alcuni organismi marini, l’ostilità ambientale, la dicotomia spaziale abisso - suburbio, e il rapporto di scambio anatomico tra pesce ed essere umano.

 

Scrive Giulia Mengozzi nel testo critico che accompagna la mostra “Gli oggetti che popolano A Submerged Subversion insistono sulla spinta mimetica dell’animale umano, che in questo caso crea dispositivi basati sulla struttura anatomica dei pesci per potersi muovere nel loro habitat”. La prima installazione è composta da un cavo in acciaio, come quelli che consentono ai sub il monitoraggio del livello di profondità raggiunto e garantiscono una facile risalita. Al cavo è agganciata una scultura di acciaio inossidabile che rimanda allo studio di una pinna da sub immersa in un fluido. Una scultura in vetro sintetico rappresenta un livello acquatico da cui sgorga una soluzione fisiologica e altre tre evocano organismi marini. Altre due installazioni fanno riferimento alla bioluminescenza e all’exafferenza (reazione chimica in risposta ad uno stimolo esterno) nelle creature marine. L’ultima installazione è una scultura in ferro che rappresenta l’unione tra il tubolare della bombola d’ossigeno e una branchia, sulla cui sommità è posta una fusione di alluminio evocante il rilascio dell’anidride carbonica all’interno di un fluido. 

 

spazioSERRA diventa un ambiente acquatico capovolto, in cui il soffitto blu prende il posto del fondale e le vetrate simulano la presenza di acqua: come in un ambiente immerso, forme e colori delle opere sono visibili in modo offuscato. Due tracce audio di diversa durata vengono riprodotte in loop con un ritardo progressivo, creando un ambiente sonoro in costante mutazione per tutta la durata della mostra: suoni provenienti dai fondali marini si intersecano con suoni del paesaggio ferroviario. L’altro elemento mutante della mostra è un cristallo, posto all’interno di una scultura in vetro di Murano, contenuta nella pinna, che viene alimentato da una soluzione chimica che ne determinerà l’aumento di dimensione, in modo costante ma molto lento, tanto da sembrare invisibile.

 

Si dice cristallizzazione una condizione nella quale ciò che inizialmente era mutevole e fluido diventa invece statico, solido. Se la vita venisse considerata movimento, ecco che la cristallizzazione potrebbe sembrarci un’assenza di movimento, e quindi in apparente contrapposizione alla vita. Nella realtà, invece, la cristallizzazione non si presenta mai come una completa immobilità, ma come movimento lento, che solo apparentemente si pone come forza che contrasta l’evoluzione. Nella dualità cristallizzazione/evoluzione non è possibile considerare l’una senza l’altra: senza la cristallizzazione non esisterebbe il movimento, e quindi l’evoluzione, e quindi la vita stessa così come noi la conosciamo.

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