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Clarissa Falco
in collaborazione con Camilla Alberti

A cura di spazioSERRA

Testo critico di Luana Corrias

 

Visibile dal 19/01/2022 al 16/02/2022

Opening mercoledì 19/01/2022 ore 19:00

Stazione Lancetti del Passante ferroviario, Milano

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Clarissa Falco (Genova, Italia, 1995) e Camilla Alberti (Milano, Italia, 1994) si sono incontrate alla NABA di Milano, dove hanno frequentato il triennio in arti visive e il biennio specialistico in studi curatoriali insieme. Clarissa lavora, come artista visuale e performer, su tematiche relative al corpo riflettendo sulla sua condizione in un costante dialogo con elementi macchinici che lo ibridano all’interno del complesso tessuto contemporaneo. Camilla lavora, come artista visuale, sulle modalità attraverso cui il mondo viene costantemente costruito e abitato, ponendo attenzione sulle relazioni tra le differenti specie viventi e lo spazio che le circonda.

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Luana Corrias (Busto Arsizio, Italia, 1995) vive e lavora a Berlino, dove porta avanti la propria pratica artistica. Ha studiato Arti Visive e Visual Cultures all’Accademia di Belle Arti di Brera. Attualmente si dedica alla scrittura, sperimentando le diverse forme del linguaggio narrativo. Pone come centro del suo focus i processi legati alla ridefinizione delle figure parentali e alle possibili declinazioni del concetto di famiglia.

Mirrored in Spectral Machines

Mirrored in Spectral Machines è la mostra site-specific di Clarissa Falco, in collaborazione con Camilla Alberti, proposta all’interno di venerazioneMUTANTE, la stagione espositiva di spazioSERRA dedicata alla trasformazione delle opere site-specific nel corso della loro permanenza. La mostra è visibile da mercoledì 19 gennaio 2022 a mercoledì 16 febbraio 2022 presso la stazione Lancetti del Passante ferroviario di Milano.

 

Mirrored in Spectral Machines è un progetto nato dall’ibridazione di due ricerche artistiche. La ricerca di Clarissa Falco ruota intorno ai termini “macchina” e “corpo”, ponendo attenzione alla vita macchinica attraverso l’uso di elementi meccanici e industriali, come motori, ponteggi e ingranaggi, con i quali costruisce macchine utopiche che non funzionano, “corpi sterili” che si oppongono alle dinamiche di categorizzazione che caratterizzano i giorni nostri: se qualcosa non funziona la società la mette da parte e questo accade anche con i nostri corpi.

Parallelamente, la ricerca di Camilla Alberti, si focalizza sui concetti di “mostro” e “rovine”: luoghi e oggetti abbandonati, privati della loro appartenenza, divengono spazi dinamici in cui specie ibride tra organico e inorganico collaborano, ponendo in dialogo metodi abitativi e costruttivi differenti.

 

In Mirrored in Spectral Machines viene indagato il rapporto tra il corpo vivente e la macchina, che si concretizza nel dialogo tra cinque strutture, cinque corpi sterili, e gli elementi vegetali vivi che condividono lo spazio con queste. Gli inserti in pizzo, assimilati alla tela di ragno per texture e leggerezza, sono posti in contrasto con la durezza e l’artificialità degli elementi meccanici. All’interno di spazioSERRA viene riprodotto un habitat vivo, dinamico e mutabile nel tempo; un luogo decentralizzato, che fuoriesca dal paradigma dicotomico natura/cultura, macchinico/organico, creando un unico flusso di narrazione dove trasformazione, metamorfosi e dinamicità divengono le fondamenta.

 

Se ti guardo, non so chi sei. Aspetto la tua trasformazione da parecchi giorni, ma continuo a chiedermi quando inizierai a cambiare. Cosa devo aspettare? Credi che prenderai vita? Sei già vita? 

Dal testo critico di Luana Corrias

 

Lo spazio in cui viviamo è un luogo complesso, fatto di stratificazioni, collaborazioni, molteplici paradigmi e sfere temporali. Ogni esistenza organica e non contribuisce alla continua costruzione del mondo in un rapporto dinamico impossibile da arrestare. Il paradigma umano dell’eterno sviluppo e accumulo basato su ideologie statiche è ormai insostenibile. Abbiamo bisogno di riscrivere il contratto sociale, ridefinire il nostro stare al mondo e il nostro modo di costruirlo attraverso narrazioni ibride, dinamiche volte alla collaborazione interspecie.

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