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Alice Mestriner e Ahad Moslemi

A cura di spazioSERRA

Testo critico di Edoardo De Cobelli

 

Visibile dal 13/09/2021 al 09/10/2021

Opening lunedì 13/09/2021 ore 18:30

Stazione Lancetti del Passante ferroviario, Milano

Alice Mestriner (Treviso, Italia, 1994) e Ahad Moslemi (Tehran, Iran, 1983) hanno dato vita ai loro dialoghi nel 2016, a seguito del loro primo incontro in Canada. Attualmente sono iscritti al MA in Arti Visive allo IUAV di Venezia e frequentano il corso “Tangible Things” presso la Harvard University.
Ahad frequenta la scuola di Belle Arti di Tehran. Si laurea all’Università UQTR, Québec, Canada.
Alice si laurea all’Università IUAV di Venezia in Arti Multimediali. Frequenta la Hacettepe University e termina i suoi studi con uno stage nel Québec.
Attualmente, vivono tra l’Italia e l’Iran collaborando con entità artistiche, nazionali e non.

Edoardo De Cobelli (Bergamo, Italia, 1992) è curatore e critico d’arte. Ha pubblicato per Arte e Critica, Interni Magazine, Exibart e Art Press oltre a testi critici per cataloghi e pubblicazioni scientifiche. Dal 2020 cura il programma artistico di Spazio Volta, spazio espositivo no-profit che ha sede in una cisterna trecentesca a Bergamo. 

materiaprima

Continua dopo l’interruzione estiva venerazioneMUTANTE, la stagione espositiva di spazioSERRA dedicata alla trasformazione delle opere site-specific nel corso della loro permanenza. materiaprima è la nuova mostra di Alice Mestriner (Treviso, 1994) e Ahad Moslemi (Teheran, 1983), visibile da lunedì 13 settembre fino a sabato 9 ottobre presso la stazione Lancetti del Passante ferroviario a Milano. La mostra è inserita nella programmazione di Walk-In Studio, il festival degli spazi e studi d’artista, e della Milano Art Week.
 

La ricerca di Mestriner e Moslemi trae origine dall’assunto che tutto ciò che è essenziale sia invisibile, mentre tutto ciò che risulta, ed è quindi visibile, sia apparso dall’accumulo indifferenziato e invisibile della potenzialità materica. Il fenomeno è la manifestazione della realtà che, per essere percepito, deve necessariamente possedere una forma, che è a sua volta conseguenza di una reazione chimica che lega a sé atomi ed elementi. Esistono però situazioni in cui la forma non si manifesta direttamente, ma è possibile intravederne solamente i sintomi. Nell’invisibile si nasconde il motore di accensione, la trasformazione: ciò che vediamo e che ci appare fisico e concreto in realtà non è altro che il frutto, la conseguenza della parte invisibile dell’universo.
 

L'installazione site-specific materiaprima  è costruita attorno a un elemento principale: la polvere. La polvere è la componente che occupa il vuoto, è vita, è il pulviscolo atmosferico che dà origine alla trasformazione. Scrive Edorardo De Cobelli nel testo critico che accompagna la mostra: “La polvere è frutto del disgregarsi di qualsiasi elemento che, secondo la storica affermazione di Lavoisier, torna in seguito a plasmare e ricomporre nuova materia. Se si dovesse trovare un sinonimo, questo sarebbe infatti Materia: una materia prima, invisibile, che percorre autostrade a noi invisibili e sconosciute e genera infine nuova vita”. Le interazioni al suo interno avvengono per casualità, compatibilità di atomi e molecole; la polvere è un microcosmo invisibile, esistente ma sconsiderato, in cui si nasconde un ciclo di vita, morte-trasformazione e vita, dove passato, presente e futuro coesistono.
 

Il punto, (''il granello''), è la parte costitutiva più elementare della polvere, la prima parte del tutto. Quell'invisibile parte del cosmo, se aggregata, mostra la sua materialità. Il risultato sarà il rapporto tra visibile e invisibile, tra l’essere in potenza e l’essere in atto, che convivono nella polvere. Mestriner e Moslemi elogiano il processo di formazione che trae origine dalla polvere assimilandolo a quello che, a partire dal punto, compone linee e superfici che a loro volta creano i cinque solidi platonici. Con la polvere realizzano tetraedro, cubo, ottaedro, dodecaedro e icosaedro: questi sono la struttura elementare del mondo e rappresentano anche la sua origine e gli elementi che lo compongono: fuoco, terra, aria, etere e acqua. “Se la forza construens degli artisti ha organizzato la polvere in mostra a formare delle geometrie regolari” scrive De Cobelli “la pars destruens dell’entropia spezzerà il legame che le unisce fino a rendere le opere indistinguibili. La polvere che compone le sculture tornerà, infine, ad essere nulla oltre che polvere”.

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