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Alessio Barchitta

A cura di spazioSERRA

Testo critico di Balloon Project

 

Visibile dal 25/03/2021 al 22/04/2021

Opening giovedì 25/03/2021 ore 18:00

Stazione Lancetti del Passante ferroviario, Milano

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Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo di Gotto, Sicilia, 1991) si trasferisce nel 2010 a Milano dove intraprende gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera che si concludono nel 2017 con diploma accademico di secondo livello in Arti Visive indirizzo pittura. La sua ricerca presta particolare attenzione alla scultura ma non esclude alcun media, ogni progetto viene sviluppato con materiali e mezzi più adatti al fine in relazione a tematiche in contrapposizione come: pubblico/privato – tragico/comico – stabilità/transitorietà.

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Balloon Project è una piattaforma di studio e ricerca nell’ambito della cultura visiva contemporanea attiva dal 2012. Promuove e diffonde le arti visive attraverso progetti di curatela, comunicazione e micro-editoria indipendente. Si occupa anche di design, moda, musica, progetti intermediali, mantenendo sempre un approccio trasversale e dialogico. Per gli apparati critici di questo progetto espositivo hanno collaborato: Valentina Barbagallo, Bianca Basile, Giuseppe Mendolia Calella, Laura Cantale, Anna Papale, Alessandra Tomasello.

OSANNA(!)

La prima mutazione è di Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo di Gotto, 1991), che indaga i temi dell’autenticità, della sua transitorietà e dell’incombenza del tempo. Il suo intervento sarà visibile da giovedì 25 marzo fino a giovedì 22 aprile presso la stazione Lancetti del Passante ferroviario a Milano.
 

«L’installazione site-specific è un’OSANNA(!) (da cui il titolo) – spiegano nel testo critico i curatori di Balloon Project, piattaforma di ricerca che si occupa di cultura visiva contemporanea dal 2012 - che si genera, si evolve e si trasforma in altro grazie al susseguirsi di azioni reiterate che creano un cambiamento non controllato e non prevedibile. OSANNA(!) riprende simboli, gerarchie e azioni tipiche delle cerimonie religiose. Se l’officiante e i fedeli non prendessero parte alla liturgia, compiendo ciascuno il suo compito, questa non esisterebbe, parimenti, se non ci fosse l’artista, il curatore, il pubblico, la mut-azione voluta da Barchitta non si realizzerebbe».
 

Barchitta, con del sale blu e bianco, traccia sul pavimento un motivo geometrico obbligato dalla conformazione architettonica di spazioSERRA. Al centro compare la scritta “vorrei ci fosse una frase ad effetto, ma non ne valeva la pena, è già altro”: una tautologia, negazione di se stessa già dalla prima apparizione. Un automa vegetale vagherà per lo spazio fino all’esaurimento energetico, mischiando i colori, deformando il disegno, distruggendo la frase, tramite diverse azioni performative.
 

La ricerca di Alessio Barchitta mette in discussione il sistema dell’arte contemporanea in una costante diatriba tra causalità/casualità, legittimazione/autenticità, innescando così cortocircuiti tra il lavoro, l’autore e il pubblico. L’opera si crea da sé, a favore dello show, dunque chi è il soggetto/oggetto di questa installazione: l'azione, l'artista, il curatore, lo spazio, lo spettatore?

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